Quindici consiglieri regionali, in rappresentanza di tutti i maggiori gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione (primo firmatario Luciano Schifone e poi il presidenti del PDL Fulvio Martusciello e del PD Peppe Russo ed altri), hanno presentato la proposta di legge “Disposizione in materia di produzione e commercializzazione del pane”.
La proposta di legge, recuperando l’intenso lavoro svolto nella passata legislatura, con la determinante collaborazione della CLAAI e delle altre Associazioni di categoria si pone lo scopo di:
– offrire un supporto alla crescita del comporto della panificazione che è parte integrante della nostra tradizione in fatto di alimentazione e fonte di reddito per molte aziende artigiane e piccole imprese;
– difendere la fragranza, la qualità e l’igienicità del prodotto;
– contrastare l’illegalità, senza compromettere la qualità e la genuinità del prodotto.
Pertanto è necessario superare la legge n. 2/2000 (pane in busta) che non ha generato alcun beneficio ai produttori, ai consumatori e alla lotta all’illegalità; anzi è diventata solo momento di demagogici slogan da parte di alcuni con il risultato di mettere in discussione una ricca tradizione fatta di sapori e qualità e di rallentare lo sviluppo di un settore vitale per l’economia della Campania.
La quasi totalità delle Associazioni Panificatori – aderenti alla CLAAI e alla CONFCOMMERCIO, alla CASARTIGIANI alla CONFARTIGIANATO, alla CNA, alla CONFESERCENTI e alla APLPN – hanno sottoscritto un documento unitario per sostenere la proposta di legge. In particole le Associazione unitariamente ritengono che l’attuale legge regionale n. 2/2000:
PREGIUDICHI il futuro del buon pane fresco campano;
SIA ININFLUENTE rispetto alla necessità di concrete iniziative atte ad arginare il dilagante ed incontrastato fenomeno dell’abusivismo del settore. Per combattere l’abusivismo c’è bisogno di controlli continui sul territorio;
SIA PRIVO DI MOTIVAZIONI, atteso che non vi è alcun riferimento né alla lotta verso l’abusivismo né alla tutela della salute dei consumatori;
PRESENTI ASPETTI DI INCOSTITUZIONALITÀ, in quanto provvedimenti di tale natura sono valutati di competenza statale, perché riferiti alla concorrenza ed alla libera circolazione delle merci;
DEROGHI AL PROFILO COMUNITARIO, perché non tiene conto della delega conferita dal nostro Paese alla Comunità Europea in materia di sicurezza alimentare, etichettatura ed igiene degli alimenti, al fine di creare un solo mercato interno ed assicurare una libera circolazione delle merci(la Regione Campania con questa legge risulta essere l’unico luogo dei 25 Paesi dell’Unione Europea in cui la libera circolazione delle merci non è consentita – per quel che riguarda il pane -);
SIA LIMITATIVO DELLA LIBERTÀ D’IMPRESA, per quelle imprese già operanti che non volessero o non fossero economicamente in grado di ottemperare ai nuovi obblighi che prevedono investimenti di una certa rilevanza ed incidono, dunque, sulle capacità finanziarie delle imprese;
SIA EVIDENTEMENTE DISCRIMINANTE tra operatori economici e tra consumatori campani, ma anche delle altre Regioni d’Italia e degli altri Paesi dell’Unione Europea, in quanto creerebbe disparità ed oneri diversi sia tra i primi che tra i secondi;
SIA CAUSA DI UN AUTOMATICO AUMENTO DEL PREZZO AL CONSUMO, in quanto il costo dei macchinari da introdurre, dei nuovi spazi necessari da acquisire, le maggiori ore di lavorazione necessarie al preconfezionamento, obbligherebbero i produttori, loro malgrado, ad aumentare il prezzo finale del prodotto, con ulteriore danno per i consumatori finali;
SIA CAUSA DI INQUINAMENTO, in quanto altra busta andrebbe a sommarsi ai rifiuti che già rappresentano un serio problema per le nostre città.
Per questi motivi le Associazioni dei Panificatori hanno intrapreso fin dalla prima ora tutte le azioni idonee a modificare questo provvedimento.
La III° Commissione della precedente Legislatura ha licenziato all’unanimità un provvedimento di modifica della legge in parola, agli atti del Consiglio Regionale che non attende altro che essere approvato.
Per questi motivi le Associazioni rappresentative del settore della Panificazione ritengono che l’iniziativa presentata all’esame del Consiglio da quindici Consiglieri Regionali vada nella giusta direzione al fine di difendere la salute dei cittadini, il buon pane campano, l’economia sana che questo settore rappresenta e, non ultimo, contribuire ad eliminare confezioni inutili e dannose per l’ambiente.